Thunderbolts* – la recensione in anteprima del nuovo cinecomic Marvel

Thunderbolts* (Credits: Marvel Studios)

Con Thunderbolts*, in arrivo nelle sale da mercoledì 30 aprile, i Marvel Studios chiudono la Fase 5 del Marvel Cinematic Universe e si preparano a lanciarsi verso progetti che promettono di ripristinare lo splendore del passato. E un piccolo passo è stato compiuto già con questo film corale diretto da Jake Schreier e scritto da Eric Pearson, Lee Sung Jin e Joanna Calo.

Thunderbolts* riunisce alcune vecchie conoscenze del MCU, comprimari e personaggi secondari dal passato non esattamente immacolato. Tra loro ci sono Yelena Belova (Florence Pugh), John Walker/U.S. Agent (Wyatt Russell), Ava Starr/Ghost (Hannah John-Kamen), Red Guardian (David Harbour) e Bucky Barnes (Sebastian Stan). Quando una minaccia sfuggita al controllo di Valentina Allegra de Fontaine (una carismatica Julia Louis-Dreyfus) si palesa per gettare New York nel caos, è ai nostri anti-eroi che spetta il compito di salvare la situazione.

Thunderbolts* è un film solido che può contare sulla chimica di un ottimo cast…

Thunderbolts* - Florence Pugh in una scena del film
Yelena Belova (Florence Pugh) in Marvel Studios’ THUNDERBOLTS*. Photo courtesy of Marvel Studios. © 2025 MARVEL.

Dopo le accoglienze tiepide di molti degli ultimi progetti dei Marvel Studios, non in ultimo Captain America: Brave New World, Thunderbolts* è una sorpresa piacevole che conferma che la Marvel sa ancora regalare al suo pubblico una storia ben sviluppata, con una sceneggiatura solida e quel mix di azione, divertimento e sentimento che sembrava mancare da troppo tempo in una pellicola del MCU. Ma, soprattutto, con Thunderbolts* abbiamo la gestione di un cast composto da attori che danno il meglio di sé nella loro performance e ai quali – con una eccezione – è permesso di rendere giustizia ai loro personaggi. Primi tra tutti Yelena Belova e la new entry Bob, interpretata da un Lewis Pullman in stato di grazia. Florence Pugh non ha bisogno di presentazioni, ma dimostra ancora una volta di essere un’ottima interprete, dando credibilità e profondità al personaggio di Yelena.

Quest’ultima è apparsa come la sorellina combinaguai di Natasha Romanoff nel sottovalutato Black Widow e finalmente in Thunderbolts* il suo personaggio riceve un meritato approfondimento e riesce a brillare, guadagnandosi il titolo di leader del gruppo e del cast. Yelena è la prima personaggia che incontriamo nel film: in una sequenza di apertura forte e intensa, l’ex Vedova Nera sembra pronta a gettarsi dal grattacielo più alto di una città del sud-est asiatico. La sua voce fuori campo ci rivela che si tratta solo dell’ennesima missione a cui si sta dedicando, per riempire quel vuoto che da tempo si porta dietro.

Ghost (Hannah John-Kamen), Bob (Lewis Pullman), John Walker (Wyatt Russell), Alexei Shostakov/Red Guardian (David Harbour), Yelena Belova (Florence Pugh) and Bucky Barnes (Sebastian Stan)in Marvel Studios’ THUNDERBOLTS*. Photo by Chuck Zlotnick. © 2025 MARVEL.

Questa sensazione di smarrimento, di assenza e totale incapacità di prendere il controllo della propria narrazione caratterizza ogni personaggio di Thunderbolts*. Lo sa bene John Walker, che dopo aver mostrato al mondo il volto peggiore dell’essere un super uomo, è caduto in disgrazia. Lo sa altrettanto bene Alexei Shostakov, alias Red Guardian, che vorrebbe tornare alla gloria dell’essere un eroe. Ma anche Bucky Barnes, che si è dato alla politica, ma si barcamena a fatica oscillando tra l’essere un politico e un ex Avenger. Ma a comprendere più di tutti questa sensazione di smarrimento è Bob, che Yelena e gli altri incontrano in circostanze inaspettate e con cui condividono più di quanto si aspettino.

Lo smarrimento, l’orrore e il vuoto che ognuno di loro si sente dentro viene reso pienamente dalla sceneggiatura, che riesce a dare spazio alle loro storie, rendendo chiaro al pubblico che questi non sono gli Avengers. Nessuno di loro è qualcuno a cui aspirare: sono rotti, disastrati, scarti sociali e ombre a cui nessuno presterà mai attenzione, qualora scomparissero. Ed è proprio per questo che riusciamo a empatizzare con questi sghangherati wannabe heroes. Ci rivediamo nei loro errori e in questa angoscia di vivere senza uno scopo che si portano dietro. Ma che, proprio per questo, dimostrano di essere più umani di tutti e nel momento in cui ogni cosa appare perduta scelgono di appellarsi a quella fievole luce che ancora brilla dentro di loro. Dicevamo, spazio a tutti, ma forse qualcosa di più avrebbe meritato il Bucky Barnes di Sebastian Stan, fin troppo sacrificato in favore dei suoi comprimari.

Ma anche di una storia solida e convincente, che parla di salute mentale con chiarezza

Thunderbolts* - una scena del film
John Walker (Wyatt Russell), Ghost (Hannah John-Kamen), Yelena Belova (Florence Pugh) and Alexei Shostakov/Red Guardian (David Harbour) in Marvel Studios’ THUNDERBOLTS*. Photo by Chuck Zlotnick. © 2025 MARVEL.

Thunderbolts* può però fare affidamento anche su una storia solida, il cui svolgimento è coerente con quanto promette. Alternando momenti di ironia e leggerezza (con Red Guardian mattatore principale) ad altri più intensi ed emotivamente coinvolgenti, il film si sviluppa in maniera accurata, non lasciando nulla al caso. La regia di Jake Schreier guida il pubblico attraverso diverse scene d’azione ottimamente girate – una di queste ha Yelena come protagonista, l’altra Bucky – e le consuete esplosioni e combattimenti in stile Marvel.

A questo, però, il film affianca anche una riflessione sulla depressione e la salute mentale che non lascia indifferenti. Ed è qui che la pellicola brilla maggiormente e diventa un intimo racconto sulle fragilità dell’essere umano (ma anche dei supereroi) e sull’immensa solitudine che ci accompagna. Perché in un mondo in cui gli Avengers non esistono più, quello post-Endgame, è difficile trovare una guida e qualcuno che ci salvi. Ma forse, ci vogliono dire i Thunderbolts*, a salvarci possiamo essere noi stessi, se restiamo uniti e impariamo ad accettare che, talvolta, per sopravvivere all’oscurità è necessario abbracciarla.

Thunderbolts* è un film che è lungi dall’essere perfetto, ma segna un punto a favore del ritorno della Marvel. Un tassello verso quello che si spera essere un nuovo e luminoso futuro per l’MCU.

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About the Author: Maria Castaldo

Maria nasce a Napoli nel 1993. Appassionata di libri e cinema fin da bambina, si laurea in Lettere Classiche e Filologia Classica alla Federico II di Napoli e inizia un Master in Critica Giornalistica. Ama scrivere, leggere e guardare film e serie tv e ha trovato il modo di unire le sue passioni con il giornalismo culturale.